Tuesday 13 March 2012

Archetipi


Introduzione

Gli archetipi rappresentano i modelli delle cose inanimate o animate del mondo fisico. Tutto il creato è tale grazie ad essi, ma non per questo possiamo associarvi una forma ben definita come per gli oggetti fisici che ci circondano. Questi modelli non sono altro che esseri-pensiero, e come tali per loro natura tendono a mutare, o meglio metamorfosare in altre forme rapidamente. Inoltre l’archetipo grazie a questa capacità di trasformarsi si differenzia dalla sua forma fisica corrispondente.  Come chi plasma un pezzo di creta si trova a partire da un blocco ovoidale e pian piano spostando la materia con le dita riesce a modellarne varie figure sempre più complesse, come l’uovo diventa il pulcino, o il bocciolo il fiore, così le opere rappresentate suggeriscono queste metamorfosi di forme.  
I titoli dei quadri aiutano l’osservatore a capire il percorso deciso dall’artista che dona una sua visione del mondo spirituale da cui viene creato tutto lo scibile, arrivando alla conclusione che la realtà non è altro che l’insieme del coesistere allo stesso tempo degli opposti: amore-odio, bene-male, luce-tenebra, tempo-atemporalità, gioventù-vecchiaia, progresso-regresso, e così via, posti non in contrapposizione tra loro, ma utilizzati nella loro comunione. In questo modo l’uomo ha a sua disposizione tutte le infinite sfumature che compongono il mondo, punti di vista preziosi per la sua crescita spirituale.




La Musica delle Sfere  

Il mondo dello spirito è intessuto della stessa “materia” di cui consiste il pensiero umano. Il pensiero umano però è come l’ombra proiettata dalla corrispondente entità nel mondo spirituale. L’uomo si fa un’idea delle cose e degli esseri viventi  riducibili a pallide immagini di quello che sono in realtà, questi sono esseri-pensiero viventi nel mondo spirituale. Nel mondo spirituale si vedono gli Archetipi spirituali di tutte le cose e di tutti gli esseri esistenti nel mondo fisico e in quello animico. Gli esseri fisici sono solo le immagini di questi archetipi.  Gli archetipi però nella loro vera figura sono assai dissimili dai loro calchi fisici o dalle ombre dei loro pensieri astratti. Questo perché nel mondo spirituale tutto è in moto perpetuo, in attività creativa incessante.  Nel mondo spirituale non vi sono delle pause come nel mondo fisico, perché gli archetipi lavorano per costruire il mondo fisico. Questi assumono varie forme che mutano rapidamente, ognuno di essi può assumere più forme come se germogliassero una alla volta dallo stesso archetipo, comportandosi come una pianta.  I vari archetipi non operano da soli, ma cercano la cooperazione degli altri. Questi hanno proprietà sonore, non suoni fisici, ma suoni spirituali. Nei loro accordi, nelle loro armonie, nei ritmi e nelle melodie si esprimono come esseri viventi. I pitagorici chiamavano questa percezione del mondo spirituale “Musica delle Sfere”. Ad ogni colore, ad ogni percezione luminosa del mondo spirituale corrisponde un suono spirituale e ad ogni combinazione di colori, un’armonia, una melodia.  A tutto questo si aggiungono anche i “sapori spirituali”, o gli “odori spirituali”, ecc, ci troviamo di fronte ad un mondo molto complesso che il pittore Wasilly Kandinsky ha tentato di rappresentare per tutta la sua esistenza. Di archetipi ne esistono varie specie, perché il mondo spirituale è diviso in varie regioni che si interpenetrano tra loro:  Prima regione dove operano gli Archetipi del Mondo Fisico: qui vi operano gli archetipi del mondo minerale, delle piante nella loro esistenza puramente fisica, non vitale. Vi sono gli archetipi delle forme fisiche animali ed umane. Questa regione nel mondo spirituale appare “vuota”, nello spazio occupato dai corpi fisici del mondo terreno, e “piena” di archetipi in attività creatrice negli spazi intermedi, non occupati dagli esseri incarnati.  Seconda regione contenente gli Archetipi della Vita: qui la vita forma una unità perfetta, circolando come un elemento liquido pulsante come sangue, formata da sostanza di pensiero. Qui si trovano le forze primordiali creatrici di tutto quanto compare nel mondo fisico come essere vivente, qui si intuisce che la vita umana è imparentata con la vita di tutte le altre creature. Terza regione comprendente gli Archetipi delle Forme Animiche: tutte le sensazioni, i sentimenti, gli istinti, le passioni, ecc, si trovano in forma spirituale. Di sostanza più sottile, come processi atmosferici corrispondenti ai patimenti, alle gioie delle creature incarnate. La nostalgia di un’anima umana si palesa come un lieve soffio, la forte passione come un violento turbine, una battaglia come una forte tempesta.   Quarta regione dove si trovano gli Archetipi coordinatori delle tre regioni precedenti: questi archetipi non si connettono direttamente con il mondo fisico, ma sono entità che dominano sugli archetipi delle prime tre regioni inferiori e ne regolano la cooperazione. Quinta, Sesta, Settima regione spirituale si trovano le forze creatrici degli archetipi: sono delle entità che forniscono agli archetipi delle regioni inferiori gli impulsi per la loro attività. Qui gli archetipi assumono le più svariate forme di esseri-pensiero, qui si possono conoscere le “intenzioni” che stanno alla base nel nostro mondo. Le idee dell’uomo che lo rendono creatore nel mondo fisico sono il riflesso, o l’ombra degli esseri-pensiero del mondo spirituale superiore. In questa zona si ode la “parola spirituale”, il suono diventa parola, gli esseri e le cose parlano e dicono i loro “nomi eterni”. 




Come gli Archetipi si sono condensati sino a costituire il Mondo Sensibile  

Quando l’uomo fa dei pensieri intorno alle cose, distoglie la propria interiorità dalla forma fisica delle cose per rivolgersi ai loro archetipi spirituali. Le cose del mondo sensibile sono entità spirituali condensate. L’uomo percepisce il mondo suddiviso in quattro regni: il minerale, il vegetale, l’animale e l’umano.  Se ci formiamo un pensiero su di un minerale, dobbiamo rappresentarlo come un essere-pensiero condensato. Tra un minerale e l’altro nel mondo fisico creiamo dei pensieri per determinare come questi possono urtarsi, riscaldarsi, sciogliersi, ecc. secondo una legge esterna. Guardando il mondo vegetale ci accorgiamo che la pianta ha la facoltà di crescere e riprodursi, a differenza del minerale, questa possiede la vita.  I cristalli, sono quelle forme che appaiono a metà tra il mondo minerale amorfo e il mondo vegetale vivente, quando le tre regioni spirituali superiori si trasformano nelle forme spirituali delle regioni inferiori. Il processo di cristallizzazione sensibile ha come archetipo nel mondo spirituale questo trapasso dall’amorfo alla creazione formata.  Oltre alla forma data dall’archetipo nella pianta agisce anche un’altra forma, quella data dalla forza formatrice delle regioni spirituali superiori. Gli archetipi primordiali ancora privi di forma vanno a formare il primo regno elementare, mentre il secondo regno elementare è costituito dalle entità-forze che sono gli artefici della crescita vegetale.
Il regno animale oltre a possedere la facoltà della crescita e della riproduzione sviluppa la sensazione e l’impulso. Gli animali esplicano perciò la loro attività nel mondo animico, di conseguenza oltre ad aver i loro processi archetipici nelle più alte regioni spirituali altre entità che operano nel terzo regno elementare sono le artefici di sensazioni e impulsi.  L’uomo oltre a possedere le facoltà degli altri regni è dotato della capacità di trasformare le sue sensazioni in rappresentazioni e pensieri, così da regolare col pensiero i propri impulsi. Lo spirito nell’uomo è sceso sino alla materia fisica. Il pensiero è la forma che l’entità spirituale amorfa assume nell’uomo. Nella pianta esso diveniva forma, nell’animale anima, nell’uomo pensiero. L’uomo non ha alcun regno elementare che lo costruisca da fuori, in quanto è un essere pensante, quindi il suo regno elementare lavora nel suo corpo fisico. Solo in quanto ha forma come la pianta ed è un essere senziente come l’animale, lavorano intorno a lui esseri elementari della stessa specie che lavorano attorno a piante ed animali, ma il pensiero viene interamente elaborato dall’uomo, dall’interno del suo corpo fisico. Per questo l’uomo può avere coscienza di sé mentre l’animale ha solo il sentimento di sé. Il mondo quindi si divide in triplice modo come Mondo Fisico, Mondo Animico e Mondo Spirituale differenziandosi in: 1.    Il regno delle entità archetipiche amorfe (primo regno elementare). 2.    Il regno delle entità creatrici di forme (secondo regno elementare). 3.    Il regno delle entità animiche (terzo regno elementare). 4.    Il regno delle forme create (cristalli). 5.    Il regno che diviene percepibile ai sensi in forme, nel quale però lavorano entità   creatrici di forme (regno vegetale). 6.    Il regno che diviene percepibile ai sensi in forme, nel quale però operano anche le entità creatrici di forme e quelle che si esplicano animicamente (regno animale). 7.    Il regno in cui le forme sono percepibili ai sensi e in cui però operano le entità creatrici di forme e quelle che si esplicano animicamente, e nel quale inoltre lo spirito plasma se stesso in forma di pensiero entro il mondo fisico (regno umano). L’uomo è costituito da corpo fisico, corpo eterico o vitale, corpo animico senziente, e anima razionale che vanno considerati come archetipi del mondo spirituale condensati nel mondo sensibile. Il corpo fisico dell’uomo è dato dalla condensazione dell’archetipo dell’uomo che si condensa sino a diventare percepibile ai sensi e quindi fa parte del primo regno elementare. Il corpo eterico si mantiene mobile ed invisibile ai sensi grazie all’entità dell’archetipo della vita che opera nella seconda regione del mondo spirituale. L’archetipo del corpo animico senziente similmente opera nel mondo sensibile dalla terza regione del mondo spirituale e l’archetipo dell’uomo pensante forma l’anima razionale dalla quarta regione del mondo spirituale. Gli archetipi lavorano ai tre corpi inferiori dell’uomo collaborando tra loro dall’esterno, mentre l’uomo coscientemente lavora su se stesso nell’anima razionale. Le entità che lavorano sul corpo fisico dell’uomo sono le stesse che formano la natura minerale, come sono le stesse che lavorano sia al corpo eterico che nel regno vegetale, e ugualmente quelle che operano sul corpo animico estendono la loro attività al regno animale.




L'Archetipo Junghiano  

Secondo Jung i contenuti dell'inconscio collettivo si riallacciano al patrimonio storico-culturale dell'intera umanità. La sua tesi si basa sul riconoscere che oltre alla nostra coscienza immediata, che è di natura del tutto personale e che riteniamo essere l'unica psiche empirica, esiste un secondo sistema psichico di natura collettivo, universale e impersonale, che è identico in tutti gli individui.  Quest'inconscio collettivo non si sviluppa individualmente ma è ereditato. Esso consiste in forme preesistenti, gli archetipi, che possono diventare coscienti solo in un secondo momento e danno una forma determinata a certi contenuti psichici. Jung presenta l'archetipo come una realtà che da un lato ha le radici nell'istinto e dunque nella sfera organica, dall'altro presenta una dimensione immaginifica e spirituale, che rimanda all'inconscio collettivo e alla sua funzione di attivare delle risposte di adattamento che consentono alla specie umana di sopravvivere di fronte alle angosce fondamentali che minacciano di disintegrare l'identità e il senso di continuità e di coesione.  Gli archetipi allora possono essere identificati come strutture fondamentali dell'esperienza psichica che tendono a essere rivissute se riattivate da esperienze simboliche; predisposizioni a rivivere le esperienze della specie umana; modelli o stampi su cui si vengono specificando le diverse tappe della maturazione psichica; fondamenta dell'anima nascoste in profondità; immagini primordiali, rappresentazioni primigenie trasmesse geneticamente dai tempi più remoti e comuni a tutti gli uomini.  Nella vita vi sono tanti archetipi quante situazioni tipiche. La continua ripetizione ha impresso queste esperienze nella nostra costituzione psichica, non nella forma d'immagini dotate di contenuto, ma in principio solo come "forme senza contenuto", atte a rappresentare solo la possibilità d'un certo tipo di percezione e azione. Alcuni degli archetipi indicati da Jung sono: la nascita, la rinascita, la morte, il potere, l'energia, la magia, l'unità, l'eroe, il fanciullo, Dio, il demone, il vecchio saggio, la madre terra, l'animale, il gigante, diversi oggetti naturali come gli alberi, il sole, la luna, il vento, i fiumi, il fuoco, e molti manufatti umani, come gli anelli e le armi. Non sempre essi sono presenti in forma isolata. A volte si fondono. Se l'archetipo dell'eroe si combina con quello del demonio, il risultato può essere una persona del tipo "tiranno".  Tra gli archetipi che giacciono nell'inconscio è di massima importanza il Selbst (cioè il sé), che è l'immagine archetipica della maturità psichica, il modello dell'integrazione funzionale e della stabilità della personalità. Esso è il punto centrale della personalità, attorno a cui si raggruppano tutti gli altri sistemi.  Li mantiene uniti, dà alla personalità equilibrio, stabilità, unità. Quindi "Sé" è l'archetipo centrale, l'archetipo dell'ordine, la totalità dell'uomo, l'unione tra conscio e inconscio. Rappresentato simbolicamente dal cerchio, dal quadrato, dalla quaternità, dal bambino, dal mandala, ecc. Quando un individuo dice di sentirsi in armonia con se stesso e con il mondo possiamo essere sicuri che l'archetipo del sé sta svolgendo bene il suo lavoro.  D'altro canto, quando uno si sente "frastornato" e insoddisfatto, o avverte di "stare andando a pezzi", vuol dire che il sé non sta facendo bene il suo lavoro. Inoltre, il Selbst costituisce lo scopo della vita, un fine per cui l'uomo lotta costantemente ma che di rado raggiunge. Come tutti gli archetipi, è all'origine del comportamento dell'uomo e lo spinge a ricercare la totalità, specialmente attraverso le vie offerte dalla religione. Nelle religioni orientali certe pratiche ritualistiche per raggiungere l'autocoscienza, come le forme di meditazione dello yoga, mettono in grado gli orientali di percepire il sé più facilmente dell'uomo occidentale. Le figure del Cristo e dei Buddha sono allora le manifestazioni dell'archetipo del sé più altamente differenziate che si possono trovare nel mondo moderno.  Altri archetipi fondamentali sono quello dell'Ombra, quello dell'Anima, quello del Vecchio Saggio. Essi sono le personificazioni di tappe fondamentali lungo il processo di individuazione e ciascuno cela dietro di sé i successivi. Se le trasformazioni e le relative dinamiche sono simbolicamente personificate, il processo, in quanto tale, della trasformazione è rappresentato da situazioni, luoghi, modi e mezzi tipici che simboleggiano la specie di trasformazione di cui si tratta. Caratteristica di questi, come di tutti i simboli, personificazioni e non, è la loro polivalenza e paradossalità (come lo spirito degli alchimisti che è giovane e vecchio insieme), nonché la loro pienezza di riferimenti che rende impossibile ogni univoca formulazione. Il processo simbolico può essere rappresentato dalle immagini alchemiche, come pure dal sistema tantrico dei "chakra" e da altre ancora, ed è "un'esperienza nell'immagine e dell'immagine". Il suo svolgimento presenta una struttura enantiodromica, ovvero "un ritmo negativo e positivo”, di perdita e di guadagno, di luce e di tenebra. L'inizio del percorso è caratterizzato da una situazione impossibile. Suo scopo è un'illuminazione o più elevato grado di coscienza per mezzo della quale il punto di partenza è superato su un piano più alto. In termini di tempo il processo può presentarsi condensato in un sogno, in un breve istante di esperienza o mesi o anni a seconda del punto di partenza e dello scopo che dev'essere raggiunto.  Cosi l'ombra simboleggia la parte inferiore della personalità, essa ha un atteggiamento di compensazione con la coscienza, perciò il suo effetto può essere tanto negativo che positivo.  L'immagine dell'Anima, sostiene Jung, è proiettata dagli uomini sulle donne (mentre in queste ultime è l'immagine corrispondente, l'Animus, ad essere proiettata sugli uomini).  Il vecchio saggio nel mito e nel folclore impersona lo Spirito. Anch'esso ha natura dicotomica. Può mostrare il lato superiore o quello inferiore di se stesso. Superiore è quello che si fa, con spirito giovanneo, annunciatore del Sé, o anche più semplicemente, è quello che porta ad un arricchimento di fattori spirituali in chi fin là li ha rimossi. Inferiore quando mostra per esempio la fissazione del sognatore a stati mentali remoti e allora lo spirito va a coincidere, in forma di bambino, con l'Ombra infantile. Il Vecchio Saggio appare nei sogni come mago, medico, sacerdote, maestro, professore, nonno (Grande Padre), o persona comunque autorevole. L'archetipo dello spirito in forma di uomo, gnomo o animale, si presenta sempre in una situazione in cui perspicacia, intelligenza, senno, decisione, pianificazione ecc., sarebbero necessari, ma non possono provenire dai propri mezzi. L'archetipo compensa questo stato di carenza spirituale con contenuti capaci di colmare la lacuna.




Il Disegno  

L’archetipo dal greco archètypon: archè 'principio' + typon 'modello', significa primo esemplare assoluto e autonomo. In filosofia, modello primitivo delle cose, del quale le manifestazioni sensibili della realtà non sono che filiazioni o imitazioni.  Il disegno può essere considerato il linguaggio che tramite il segno indica un simbolo, o più propriamente un archetipo. Jung è colui che ha per primo individuato l’inconscio, come grande guida e consigliere del conscio. Noi comunichiamo con l’inconscio soprattutto grazie ai sogni che rappresentano i suoi mezzi di comunicazione, mentre gli archetipi ed i simboli ne costituiscono il linguaggio. Il linguaggio dell’uomo usa anche i simboli che sono una rappresentazione che può essere familiare a noi e che possiede un aspetto specifico oltre al suo significato ovvio e convenzionale. Un’immagine è simbolica quando evoca qualcosa che sta al di là del suo significato ovvio, quando possiede cioè un aspetto inconscio.  L'Arte moderna è un simbolo. L'artista è stato, in ogni periodo storico, lo strumento rivelatore della propria epoca. Consciamente o inconsciamente, l’artista realizza le proprie opere, riferendosi ai valori ed ai caratteri della sua epoca. Lo scopo dell’artista moderno è esprimere la propria interiorità e quindi esternare la propria spiritualità. L'Arte è il linguaggio nascosto (inconscio) dello spirito.  Nella Genesi, Dio creò per mezzo della parola. Nel prologo di Giovanni, la Parola o Logos, è descritto come creatore del mondo nella sua relazione con l’uomo. Vi sono tre figure simboliche in cui esso si manifesta: stella, sole, croce. Questi simboli sono manifestazione di Cristo. Visto come essere stellare, solare e spaziale legato alla croce. Parola, Vita, Luce degli uomini. La realtà del mondo è la sua manifestazione: nel cielo stellato ci appare l’immagine del logos. Nelle forze solari si manifesta la vita in Lui. Nel sole che col suo corso genera la croce dello spazio, abbiamo la luce degli uomini. Il simbolo quindi ci appartiene come manifestazione del linguaggio inconscio tangibile, e ci guida e ci ha sempre guidato attraverso i tempi, perché è la manifestazione del Logos. Come per i Greci il movimento delle sfere celesti era regolato dall'armonia, essa si trasforma nel Logos. Il logos è la misura, è l'armonia, che regola il tutto. Il disegno di fatto è sì il procedimento con cui si delinea una forma, che può servire come abbozzo in preparazione di un dipinto, ma può diventare un'opera d'arte a se stante. Il disegno è il principio dell' "opera", quindi la somma di tutti quei procedimenti intellettuali e spirituali che portano all'inizio dell'opus, e che può diventare esso stesso "opera". Il disegno inoltre, come preparazione all'opera compiuta, ci indica la "misura", attraverso di esso infatti troviamo le giuste regole armoniche che costruiscono ogni cosa al mondo. Si può definire il disegno come il pensiero, la luce,  difatti Giovan Battista Armenini (1586), definisce " ...che il dissegno sia come un vivo lume di bello ingegno e che egli sia di tanta forza e così necessario all'universale, che colui che n'è intieramente privo, sia quasi cieco".  La linea è legata al pensiero, prima di agire usciamo dallo spazio, e quando muoviamo la mano per agire ritorniamo nello spazio. La linea rappresenta la parte fisica del risultato del pensiero. 
 

In questo caso l’artista ha posto il disegno alla base della costruzione degli “Archetipi”, che assunti da un pensiero morfologicamente vivo perciò privo di ogni progetto iniziale, lo vengono a formare in un processo volitivo. Il disegno forma l’archetipo, tanto che in alcuni di essi diventa incisione per sottolineare il carattere volitivo vivificato dell’opera, nelle cui linee si esprime l’energia vitale che essi infondono al mondo.   




Il Colore   

Carl Gustav Jung è uno dei più affascinanti pensatori e ricercatori del nostro secolo, colui che ha per prima individuato l’inconscio, come grande guida e consigliere del conscio. Noi comunichiamo con l’inconscio soprattutto per mezzo dei sogni e gli archetipi ed i simboli ne costituiscono il linguaggio. Nello stato di sonno, ritorniamo nel mondo spirituale e i sogni non sono altro che quel linguaggio, che abbiamo dimenticato, che non usiamo più consciamente nello stato di veglia, ma che ritorna proprio inconsciamente nelle opere che con l'arte costruiamo. In pratica l'arte è il linguaggio dello spirito e i suoi simboli sono una rappresentazione a noi familiare, perché si legano alle rappresentazioni di immagini archetipiche.  I simboli evocano qualcosa che sta al di là del loro significato ovvio, in quando possiedono un aspetto inconscio. Gli archetipi lasciano le loro tracce nei miti, nelle favole e nei sogni, sono rappresentazioni di forme e immagini, tipiche del mondo e della vita, le quali corrispondono alle esperienze compiute dall'umanità nello sviluppo della coscienza, espressioni dell'inconscio collettivo. Il cerchio è da sempre simbolo di unità e armonia degli opposti, di spiritualità raggiunta, a questa figura è stato dato il nome di Mandala, parola sanscrita che vuol dire appunto cerchio inteso come perfezione spirituale. Nella figura che noi chiamiamo cerchio cromatico sono associati tutti i colori in movimento circolare che simbolicamente rappresentano la manifestazione della vita che è movimento, in contrapposizione all'assenza dei colori la cui non manifestazione è rappresentata dal nero, cui da sempre è stata associata l'idea della la morte e la stasi. Essendo i colori per la psiche, sia essa cosciente che inconscia, in movimento circolare continuo appunto, la risultante dell'informazione simbolica archetipo è che la vita e la sua perfezione, sia materiale che spirituale si raggiunge e si manifesta col movimento e l'esperienza diretta nel mondo, mentre chi si ferma è spiritualmente perduto nel nero statico della morte, sia materiale che spirituale. A queste considerazioni possiamo aggiungere la simbologia del quadrato che gli alchimisti si sforzavano di "quadrare" appunto nel cerchio.  Il quadrato è il mandala della perfezione raggiunta in terra, quindi perfezione materiale che la successiva "quadratura del cerchio o nel cerchio", porta alla perfezione sia materiale che spirituale. Ora sappiamo, grazie agli studi di Jung che ha decodificato la simbologia spirituale dell'alchimia, che con questa informazione l'Inconscio vuole comunicarci l'esistenza delle quattro funzioni "psicologiche", che sono in numero di 3 + 1, tre nella Coscienza + una nell'Inconscio, affinché ne diventiamo coscienti per poterle così "quadrare" nel cerchio al fine di raggiungere questa perfezione sia materiale che spirituale attraverso il movimento vitale che è la risultante del loro controllo cosciente. L'occhio è costretto a seguire, sulla circonferenza cromatica, un percorso circolare in senso orario, cioè verso destra, direzione che da sempre anche nei sogni indica la coscienza o fatti che avvengono nella coscienza, mentre la sinistra o il movimento a sinistra indica la direzione dell'Inconscio o fatti che avvengono nell'Inconscio, come era per la svastica nazista, simbolo solare ribaltato nel suo opposto. Il triangolo indica che se portiamo a perfezione le tre funzioni psicologiche che stanno nella coscienza successivamente sarà facile far emergere la quarta funzione inconscia per formare quella quaternità rappresentata dal simbolo del quadrato, completezza vitale in terra che porta a sua volta, sempre attraverso il movimento vitale, alla perfezione spirituale rappresentata dalla quadratura del cerchio. Da sempre il triangolo rappresenta infatti il "dogma" della trinità, il quale, sino a che non si avevano queste conoscenze aveva valore di mistero e di verità rivelata indiscutibile e incomprensibile. Questo spiega il motivo per cui siamo portati a rappresentare tutti i Mandala con strutture interne che sono multipli di strutture ternarie e quaternarie che ribadiscono questi concetti archetipo. L'equilateralità sta ad indicare che le tre funzioni della coscienza devono essere sviluppate in maniera eguale per poter raggiungere quella "vista" spirituale che ci permetterà gli ulteriori progressi. Dentro questo simbolo religioso troviamo infatti sovente rappresentato un occhio, (l'occhio di Dio). Esistono due tipi di triangolo equilatero.  Il triangolo equilatero con il vertice in alto in alchimia è il simbolo del fuoco, ossia simbolo della vitalità di Mercurio ermafrodito. Mercurio è ermafrodito perché ha raggiunto l'unità degli opposti, è chiamato anche psicopompo degli dei, ossia portatore della volontà e dell'amore divino che procede dal Creatore verso ciò che ha creato, il cui colore simbolico è sempre il Rosso, posto nella circonferenza cromatica al vertice del triangolo dei colori primari, in alto nel punto di partenza del movimento vitale circolare. Questo triangolo con un trattino orizzontale è il simbolo dell'aria che a sua volta è un altro simbolo dello Spirito divino mercuriale. Il Rosso Mercurio con le ali ai piedi, portavoce del Dio e patrono dei ladri per meglio connotarne la doppia natura di questa figura della psiche materiale e spirituale che dovrebbe rappresentare la coscienza maschile, è contemporaneamente l'Animus della figura inconscia che appare nei sogni delle donne, nei sogni di entrambi i sessi appare spesso come colpo di vento o vortice d'aria e così sempre è stato rappresentato nei miti. Il triangolo equilatero con il vertice in basso in alchimia è il simbolo dell'acqua, simbolo classico del regno inconscio. Mentre con un trattino orizzontale è il simbolo della terra, la Madre di tutte le cose. Acqua e Terra sono entrambi simboli dell'Inconscio rappresentato da Venere ermafrodita, perché a sua volta ha raggiunto l'unità degli opposti, figura complementare femminile di Mercurio, corrispondente all'Anima nei sogni degli uomini, e la figura che dovrebbe essere integrata nella coscienza delle donne, ed elemento trasformante della coscienza degli uomini, alla quale da sempre la mitologia ha attribuito il colore Verde che infatti nella circonferenza cromatica sta in basso come complementare del Rosso Mercurio.  Da tutte queste geometrie combinate tra loro risulta la figura Simbolo dei quattro elementi. Quattro sono gli elementi necessari per raggiungere l'unità degli opposti, dove fuoco, aria, terra e acqua sono i simboli che si riferiscono alle quattro funzioni della coscienza, tre dello stesso sesso e una di sesso opposto nell'inconscio, rappresentato dall'acqua sia per l'uomo che per la donna, che occorre rendere coscienti per poter raggiungere la perfezione di Mercurio per lui, e di Venere per lei.  La luce Divina spirituale come quella Solare materiale proviene dall'alto, il colore bianco è la somma di tutti e tre i colori primari (contenenti in sé i secondari e i complementari), simbolicamente rappresenta la Sapienza di Dio, quindi sarà bianco il triangolo dei colori primari col vertice in alto e ad esso andranno attribuiti tutti i simboli solari e maschili, mentre viceversa, l'oscurità materiale come quella spirituale sta in basso, per cui nero sarà il triangolo dei colori secondari e complementari col vertice rivolto verso il basso, e ad esso andranno attribuiti tutti i simboli notturni e femminili. Tutte queste simbologie riunite insieme ricreano il millenario Sigillo di Salomone.

 

Da sempre la Sophia degli antichi saggi aveva dato ai colori e alle geometrie che da essi sono sottese la simbologia che gli compete anche nei rapporti geometrici e fisici, mentre gli scienziati moderni li dimostrano con gli strumenti della tecnologia scientifica razionale, ma con molte qualità in meno di quanto avevano già fatto questi. Secondo Jung, al di là del valore matematico del calcolo comune, i numeri che rappresentano queste forme e questi rapporti sono archetipi di un ordine interno della natura stessa che attraverso essi tende a rendersi cosciente alla natura umana per mezzo della proiezione simbolica che parte dall'Inconscio e diventa cosciente con l'uso corretto delle quattro funzioni della coscienza.  Tutte le informazioni Naturali sono contenute in un serbatoio psichico (o Divino Architetto o Inconscio collettivo o Sé), disponibile a tutti e col quale tutti siamo collegati tramite l'inconscio personale. Esse si manifestano nei sogni e nella creatività così detta cosciente attraverso la quarta funzione una volta che riusciamo a esprimere la volontà dei nostri veri desideri. Tali informazioni vengono espresse da sempre con un linguaggio il cui vocabolario sono le immagini della natura stessa. Comprendere il significato spirituale delle immagini simbolo del Divino Architetto significa poterlo usare per perseguire una piacevole vita sulla terra che ci permetterà successivamente dopo la morte del corpo fisico, una integrazione cosciente della nostra psiche nel "continuum" psichico del Divino Architetto medesimo.  
Perché si parla di colore e non subito di forma? Il colore in queste opere non forma gli Archetipi, ne è la base, quasi un monocromo riscaldato da una tenue luce solare che provoca lunghe ombre irreali sul piano su cui sono sospesi. La forma degli archetipi non è una forma finita e quindi fisica ma il solo modello di una forma fisica, quindi non può avere colori reali. L’archetipo vive in una dimensione a se stante, sospesa tra l’indefinito e il finito. I suoi colori sono primordiali, un’incontro tra luce e tenebra, una linea scura li definisce e sottolinea il loro carattere bidimensionale.



La Forma  

Gli archetipi assumono diverse forme, dalle prime più chiuse e ovaleggianti, durante il processo artistico, si passa attraverso una metamorfosi ad altre più complesse, fino ad  assumere nelle composizioni il numero di tre.  Come il germogliare di una pianta che tende a metamorfosarsi durante la sua crescita e a moltiplicare i suoi rami sulla cima, così si può pensare un archetipo.  Lo stesso pensiero può possedere questa caratteristica mobile, tanto che il pensare morfologico si può pensare anche come pensare artistico in quanto nell'arte, l'idea iniziale cresce e genera morfologicamente altre idee, da una all'altra, in modo organico.  Un processo che si può paragonare a quello alchemico di trasmutazione, in quanto partendo da un'idea si arriva ad un'altra, non saltando da un'idea all'altra, ma seguendo un passaggio in modo organico.  Mentre le forme protagoniste cercano di mantenere una tridimensionalità volumetrica, la linea scura tende ad appiattire gli sfondi in cui esse vivono sospese, mantenendo un’atmosfera onirica. Come un sogno, un’apparizione, un fantasma vogliono affacciarsi nel mondo reale e svelarsi alla coscienza umana. 

Alessia Delvecchio
ARCHETIPI,  Catalogo,  Dicembre 2011