Introduzione
The
Time of the Eternity, Il Tempo
dell’Eternità, è una serie di opere nate dalla riflessione sulla relazione
esistente tra l’essere umano e il tempo, la potremmo anche chiamare Il Tempo dell’Uomo.
Il
tempo per sua natura stabilisce un inizio e una fine, al massimo una durata,
dei momenti vissuti nel transitorio. L’eternità non prevede l’uso del tempo,
perché di per se stessa non ha tempo, è per sempre, è un continuum, non ha
inizio e non ha fine, è un eterno adesso. Se uniamo questi concetti contrari
otteniamo il tempo dell’uomo, un essere eterno che deve entrare nel tempo e nel
negare la sua vera natura, afferma se stesso. Nell’imprimerci questo tempo
addosso affermiamo il nostro io, ci stacchiamo dagli altri ed entriamo nel
tempo dell’io sono, ma è proprio
questo io sono che ci ricorda che siamo per sempre.
Tra
il ricordo, l'apparizione, tra la realtà e il sogno l’artista ha portato a
coscienza questo aspetto della percezione umana, che per lei è da un lato
riconoscimento e da un lato un prendersi cura dell'uomo da parte del mondo
spirituale. L’uomo infatti è costituito da varie componenti, visibili ed
invisibili all’occhio umano. Principalmente sono di più le parti invisibili di
quelle che noi percepiamo coi sensi ed è qui che l’arte ci può venire in aiuto
per riuscire a comprendere quello che comunemente ci appare celato. Coi sensi
che abitualmente adoperiamo riconosciamo solo il nostro corpo fisico come
materiale, mentre i sentimenti che non possiamo “toccare” li facciamo rientrare
in quella parte definibile come sfera dell’anima che è di per sé immateriale.
Tra il corpo fisico e il corpo che racchiude la nostra anima, vi è un corpo
appena percettibile quello eterico. Anch’esso immateriale, ma capace di
impressionare la nostra retina, viene percepito nella sua luminosità quasi
elettrica. Questo corpo vitale, mantiene in vita le nostre funzioni corporee e
mantiene la memoria dei nostri comportamenti abituali. Procedendo sempre più
nel mondo spirituale ci imbattiamo nell’Io, la nostra parte costitutiva eterna.
Gli
artisti in ogni epoca si sono fatti i tramiti tra il mondo dello spirito
(dell’al di là) e il mondo materiale, descrivendo quel che vedevano innescavano
un processo: la spiritualizzazione della materia. Spiritualizzando la materia
potevano cambiare l’atteggiamento degli altri nel confronto del mondo, mettendo
le corde della loro anima a contatto con lo spirito. Tutto questo avveniva e
avviene nel fruitore a livello inconscio naturalmente, perché quel che tocca
l’animo umano è di per sé celato in ognuno di noi.
L’arte
in epoche remote era considerata ad un altro livello, un livello di conoscenza
coltivato da pochi che riuniva in sé scienza e religione. Pian piano ciò che la
costituiva si è diviso in discipline a se stanti. Il percorso fatto dall’Arte
Pittorica ci descrive come gli uomini abbiano ritratto attraverso il tempo se
stessi in rapporto con la divinità e il mondo che li circondava. Ad iniziare
con l’uso di tinte piatte e figure bidimensionali molto sintetiche, la pittura ha
man mano preso colore, forma, volume, e peso fin da voler rendere nel più
minuto dettaglio la tridimensionalità. La nascita della prospettiva ha reso più
materiali i temi sacri e profani ai quali vengono aggiunti nei secoli
successivi i ritratti, le scene di genere e le nature morte. Si arriva a
portare il concetto di arte sempre più nella materia, allontanando sempre più
lo spirito, il quale non appare più manifesto in immagini ma viene celato se
non allontanato.
Solitamente
si afferma che la vera crisi dell’arte abbia avuto inizio con l’introduzione di
nuove forme d’arte che hanno una esecuzione più rapida. L’uomo moderno pensa
maggiormente a trarre profitto dalle cose tralasciandone la bellezza. Quello
che costa poco, poca fatica è meglio di quello che fa perdere troppo tempo e
denaro, si può dire che l’uomo moderno si accontenta.
Ma questa specie di pigrizia mentale non trova giustificazione
nell’introduzione di nuove forme d’arte, anche se ci sono ancora quelli che
preferiscono e additano che siano migliori le tradizionali per vari motivi. Col
risultato che abbiamo una gran massa di persone divisa tra quelli che non amano
l’arte e che credono gli artisti degli hobbisti e altri che credono di essere
artisti senza aver nessuna cultura artistica. In mezzo a questo paradosso
dovrebbe vivere l’arte con i suoi esponenti. Quello che è importante non è cosa
sia meglio ma che possa coesistere una forma d’arte insieme ad un’altra.
Oggi
nelle scuole d’arte viene insegnata la tecnica con un percorso che prevede
l’apprendimento del disegno prima e poi della pittura attraverso il ritrarre
oggetti geometrici, nature morte, paesaggi, animali e uomini. Una volta
imparato a ritrarre la natura l’artista deve dimenticare quel che ha imparato,
è lasciato libero o per meglio solo
con se stesso. Alcuni decidono di perfezionare la loro visione del mondo
esteriore attraverso una tecnica sempre più raffinata, altri esplorano anche
altre discipline artistiche creando installazioni e performance, vogliono
stupire a volte anche in maniera non proprio ortodossa lo spettatore, provocandogli
un vero e proprio shock. Altri ancora aprono il loro mondo interiore e lo
manifestano saggiando quel che sentono nell’aria
in comunione con il loro spirito. Non sempre queste tipologie sono
separate, a volte si interpenetrano, quel che importa è che possano coesistere,
proprio come fanno le idee degli uomini. Ci sono persone che adorano esporre
preconcetti, altri che amano le nuove idee, altri che han solo pensieri utili e
altri inutili, la diversità negli uomini come nelle arti è fondamentale per la
crescita dell’uomo. L’artista magnifica l’opera degli dei e la propria in modo
manifesto, l’uomo che ogni mattino si alza e va a lavoro, non per se stesso ma
per mantenere la propria famiglia, lo fa ugualmente in modo inconscio.
Il
tempo dell’uomo sulla terra è quello di occuparlo con tutto se stesso nel fare,
nell’amare e nel conoscere perché solo così si potrà compiere il suo progetto.
L’inconscio
rivelato
Tra
il sonno e la veglia si fa avanti il mondo del sogno. Siamo abituati a credere
che abitualmente l’uomo di giorno sia desto, che la notte dorma ed entri nel
cosiddetto mondo onirico per poi risvegliarsi l’indomani. La scienza ci descrive
tutto il processo in cui dormiamo, in che fase del sonno appare la cosiddetta
fase REM (Rapid Eye Moviment) a cui si alterna una fase NON REM, ed infine quando
avviene il momento del risveglio.
Il
sogno è costituito da parti di ricordi di quello che è avvenuto durante la
veglia, ad esempio gli echi del film visto prima di addormentarsi, di un
famigliare o conoscente che ci aveva dato una determinata notizia durante il
giorno. Oppure capita che qualcosa ci spaventi e ci svegliamo di soprassalto
perché nella realtà sentivamo dolore, e bloccati nel movimento a causa del
sonno, inavvertitamente c’eravamo appoggiati con l’intero corpo sopra la mano
che si era addormentata. Lo spavento del sogno ci ridesta per riportare l’arto al
suo stato naturale.
Eppure
arriva anche qualcosa che non fa parte di questo incanto, qualcosa che diventa un suggerimento per continuare al meglio la vita di veglia. Attraverso
il ricordo di questo sogno e la riflessione possiamo portare a coscienza questo
incanto.
Per
esempio, quando perdiamo qualcuno, il suggerimento
ci arriva sotto forma di immagine, nel concretizzarla essa diventa un essere
che in qualche modo “incantato” si prende cura di noi, creando una sorta di
consolazione dell’anima.
Oppure
quando compare una malattia è il dipinto stesso che con il suo automatismo ce
la mostra (Automatismo rivelatore, 2013).
L’artista
a differenza dell’uomo comune può essere conscio del significato delle sue
“visioni” che gli appaiono come veri e propri sogni ad occhi aperti durante la sua abituale vita di veglia.
L’uomo solitamente le ha ma non ci fa caso, o rimangono a livello inconscio.
AUTOMATISMS
Cosa
s’intende per automatismo? Partiamo
col definire i termini automatico, automazione per poi trarre la definizione di
automatismo:
Automatico: agisce per
mezzo di un meccanismo;
Automazione: l’introduzione
di processi produttivi meccanici, specialmente guidati da sistemi elettronici,
in cui l’intervento manuale dell’uomo è ridotto al minimo;
Automatismo: carattere di
ciò che è automatico, atti anche complessi e coordinati che vengono compiuti
spontaneamente senza il concorso diretto di fattori esterni e fuori del
controllo della volontà cosciente.
L’esempio
più banale per far capire l’atto di un automatismo è quello che noi tutti compiamo quando siamo al telefono e
scarabocchiamo su di un foglio involontariamente qualcosa. Per sperimentare
consciamente questo stato di coscienza basta astrarsi nella regione dello
spazio sopra gli occhi, in realtà ciò non avviene nello spazio, o nel tempo ma per
meglio dire è come se il tempo diventasse spazio.
E’
in quella regione che avvengono i sogni. Nel lasso di tempo in cui l’anima con l’addormentarsi si stacca dal
corpo e in quel lasso di tempo in cui
ritorna a compenetrare il corpo nuovamente al mattino seguente, avviene il
sogno. Quindi si avranno sogni alla sera e al mattino, nelle stesse
circostanze, e sempre in quella regione. Mentre il corpo eterico costruisce e
ripara il nostro corpo fisico, l’intero uomo è immerso in questo mondo di forme
che è il mondo eterico compenetrato dal mondo animico e dal mondo spirituale. L’artista
nel creare le opere contenute nella serie degli “Automatisms” non pensava con
l’intelletto di progettare delle determinate forme, esse erano emerse unicamente
attraverso il movimento eterico della mano. Proprio come fa l’uomo abitualmente
quando guida l’auto, senza pensare ad ogni movimento compiuto perché oramai
divenuto un’abilità del corpo.
Il
corpo fisico si muove secondo i movimenti
che fa l’uomo nella sua vita abituale sulla terra: il pensiero astratto produce
i movimenti lineari.
Il
corpo eterico si muove secondo i
movimenti spirituali: il cervello eterico produce movimenti circolari come
quelli che compiono i corpi celesti in cielo.
Il
corpo animico si muove secondo le
leggi della prospettiva del colore: l’anima asseconda i suoi sentimenti
colorando lo spazio bidimensionale dell’opera d’arte.
Gli
automatismi sono realizzati attraverso l’unione di questi movimenti (Fig. 1) in
quanto lo spirito tende all’unità.
VISIONS
Le
visioni sono per l’artista immagini
vere e proprie che appaiono come lampi davanti a sé. Simili per costituzione alla
stessa materia di cui sono fatti i sogni, immateriali, evanescenti e con colori
iridescenti, appartengono al cosiddetto mondo eterico che ci circonda. Nate da
un bagliore mutano velocemente forma (come in un filmato) e pian piano
scolorano sino a sparire.
L’artista
a differenza dell’uomo comune può essere conscio del significato delle sue
“visioni”. L’uomo abitualmente le ha ma non ci fa caso, o rimangono a livello
inconscio.
Tra
le opere che sono raccolte in questa serie possiamo notare il tema rivolto ai
sensi. Ogni immagine esalta uno dei nostri sensi abituali: la vista, l’udito, il
gusto, il tatto e l’olfatto, in un gioco di rimandi, che fa perdere
momentaneamente il senso dell’orientamento per ritrovarlo in un nostro
equilibrio con l'opera che diventa equilibrio interiore.
Spesso l'artista vede comparire davanti agli occhi
un'immagine che lo spinge a creare un'opera d'arte, come se questa volesse
assolutamente incarnarsi nel mondo fisico e manifestarsi all'uomo. L'uovo cosmico (The Cosmic Egg) rappresenta
fin dall'antichità l'archetipo del cosmo, il simbolo cosmogonico della
creazione dell'universo. Come il divino ha realizzato l’opera d’arte del
creato, l’artista nel suo microcosmo ricrea nell’opera d’arte quel macrocosmo.
Con l’avvertimento "She Watches You!" ovvero lei ti guarda! si affronta la teoria per
cui si crede che gli oggetti elettronici abbiano una propria anima, la quale ha
la tendenza a risucchiare le forze di chi li usa. L'unico modo che l'uomo ha di
combattere queste forze negative sarebbe di "conoscere" questi mezzi
e quindi di essere coscienti nei loro confronti. Il loro utilizzo nocivo o
benevolo infatti dipende da chi ne fa uso. E' accertato che creano dipendenza
nell'uomo e questo rischio va ponderato con coscienza. QCon quest'opera chiude la serie delle visioni che ha portato a coscienza vari
temi legati alla natura dell'uomo in relazione alla percezione del mondo
odierno.
MEMORIES
I
ricordi rappresentano quel sunto di emozioni che l’artista ha provato dopo
certi fatti accaduti durante l’arco della propria vita. Con questo ciclo di
opere l’artista mostra come i suggerimenti
provenienti dal mondo spirituale, abbiano portato a superare varie
avversità, prove che la vita mette davanti ad ognuno di noi.
L’artista
rende visibile attraverso la forma e il colore, come i sogni nella loro
bidimensionalità, acquistino la sostanza di forme-pensiero nella loro
concretizzazione di opera d’arte.
Per
esempio, quando perdiamo qualcuno, il suggerimento
ci arriva sotto forma di immagine, nel concretizzarla essa diventa un essere
che in qualche modo “incantato” si prende cura di noi, creando una sorta di
consolazione dell’anima (La consolazione
dell’anima).
Alcune
di queste opere si ispirano al passato perché il peso del passato ci segna
tutti in un modo o nell'altro e come sempre ci ritorna incontro, sta a noi
superarlo o meno a seconda di come siamo maturati nel frattempo...
“I buy
you!" ricorda la vecchia moneta italiana ormai sostituita dall'euro. Anche
se la facciata della moneta può cambiare col tempo, quello che non cambia è il
suo posto nel mondo. Vi siete mai chiesti cosa potrebbe accadere al mondo se il
denaro morisse? Per adesso l'unica cosa che sappiamo è che l'uomo deve
sottostare alle sue regole e allora chi è che compra veramente? Molto
probabilmente è il denaro stesso che ci usa per i suoi scopi e non il
contrario.
Questa serie
di opere si conclude con cinque immagini seriali “The painting” che hanno come
soggetto un barattolo di vernice con impressa sull’etichetta la definizione di
pittura. L’immagine vuole suggellare il divenire di questa arte. Un tempo
l’artista prendeva ispirazione dall’alto mondo spirituale, ormai la pittura è
stata denaturalizzata e investita di un freddo intellettualismo. Sopraffatta dal
materialismo i suoi strumenti tecnici sono diventati alla portata di tutti deformandone
la vera essenza.
THE PORTRAITS OF THE UNCONSCIOUS
Si
può ritrarre il mondo dell’inconscio? A tutta prima sembrerebbe di no,
dopotutto ciò che è inconscio non è per sua natura manifesto. L’artista crede
che un duro lavoro di autocritica può rendere esplicito il proprio mondo
interiore. Occorre una grande volontà e forza morale per poter ammettere certi
lati di noi stessi, lati più o meno oscuri. I “Portraits of the Unconscious” sono
una sorta di immagine introspettiva di quello che ognuno di noi rinchiude in sé,
le proprie paure, angosce, debolezze che difficilmente ammettiamo d’avere o per
paura o per orgoglio e che solitamente galleggiano in sospeso, assopite. Un
giorno, per una causa banale, per un litigio con qualcuno, per la perdita di
una persona cara, o semplicemente perché ci troviamo a riflettere su noi stessi
in un momento rubato alla vita che ci circonda, questo mondo sotterraneo che
abbiamo tenuto lì come congelato nel tempo, riemerge. Una volta fuori può
crearci grandi turbamenti oppure se ci pensiamo bene il riconoscimento di
questo lato del nostro essere che abitualmente preferiamo nascondere per
comodità, quasi per pigrizia nei confronti della nostra volontà di pensare, ci
può aiutare enormemente nella nostra crescita come uomini. Il compito dell'arte
infatti non è sottolineare le cosiddette "paure inconsce dell'uomo",
ma di descriverle e trasformarle in positivo, eternando il bello che è in
ognuno di noi. Ritrarre le paure degli altri è un trasformarle in qualcosa di
bello, è come vincerle. L’arte trasforma il brutto in qualcosa di eterno e
bello, vincendo su ogni male.
In
questa serie troviamo non solo la descrizione delle nostre comuni paure
inconsce, come sappiamo il destino dell’uomo non si va a formare in modo
unilaterale, ma è composto da una moltitudine di variabili che dipendono dalle
nostre scelte quotidiane. Infatti in noi non vi è solamente una componente
celata dei ricordi inconsci che preferiamo nascondere, in noi vivono pure i
ricordi benevoli, le buone azioni compiute, i sogni e le aspirazioni del
fanciullo che è in noi (La gioia del
poeta). La nostra anima infatti è composta da infinite sfumature di colore
e come i colori che formano l’arcobaleno, anche questa possiede uno spettro che
va dalle tinte più cupe a quelle più vivide e luminose.
Conclude questa serie
un trittico formato da "The Human Drama", “The Cosmic Humor” e “The
Human Virtues” che ritraggono rispettivamente il dramma umano, l’umorismo
cosmico e l’umana virtù. Il dramma umano viene rappresentato dalla collocazione
dell'uomo nel mondo, il suo essere costretto tra il cielo e la terra, in bilico
tra le sue imperfezioni e la sua divinità. L’umorismo cosmico sta in mezzo, ha
funzione mediatrice tra il dramma e le virtù umane, ed ha l’aspetto di un
androgino. E’ un essere perfetto che racchiude le due nature umane come lo era
il primo Adamo. Le virtù umane sono più attaccate al cielo che alla terra,
sospese, sta all’uomo il saperle farle proprie. L’opera d’arte è l’espressione del mondo
spirituale in quanto atemporale e spaziale è un istante eterno, è il tempo
dell’eternità.
Alessia Delvecchio
THE TIME OF THE ETERNITY, Catalogo, Settembre 2014