Alessia Delvecchio "Zeus's dress"
computer art, print on gatorfoam, 100x100 cm, 2015
La civiltà greca
apre un periodo di floridità da un punto di vista anche artistico in cui si
rappresenta la bellezza fisica in un canone ideale che rompe con le civiltà del
passato. Il volume e le figure plastiche dei nudi maschili, i panneggi
ricercati accolgono la nuova concezione razionale di un uomo più terreno, più
"pesante" e volumetrico. A seconda del periodo storico gli uomini
indossavano una tunica di linea rigida con prevalenza di motivi verticali come la
colonna di stile dorico, oppure più ampie e drappeggiate in quello ionico, in
lana, a pieghe fisse, chiamata chitone. Sopra la veste portavano un mantello
l'imation, oppure corte tuniche o mantelli pieghettati. Nel periodo corinzio la
linea si fa morbida e drappeggiata e i tessuti diventano in seta importata dall'oriente,
con tinte suggestive. Le donne hanno vesti lunghe e aderenti in lana spessa con
due fibule agganciate sulle spalle che risvoltando due lembi di tessuto formavano
un corto giubbetto l'apoptygma. In epoca ionica le vediamo con vesti più ampie
aperte da un lato come nel peplo. Il bianco acquista importanza ravvivato da
strisce colorate. Decorati con rosette, stellette e i motivi geometrici detti a
greche. I gioielli erano raffinati, si indossavano collane a fili d'oro,
orecchini, bracciali, diademi, fibule. I capelli erano disposti con molta cura,
raccolti con spilloni, coroncine, reticelle, sulla nuca o sul capo. Ai piedi si
portavano calzature raffinate come i crépide.