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Monday 7 December 2015

SUPERMAN'S DRESS



Alessia Delvecchio "Superman's dress"
computer art, print on gatorfoam, 100x100 cm, 2015

Superman fa parte della nostra mitologia moderna, creato nel 1933 da Jerry Siegel e Joe Shuster incarna il mito del semidio, un essere che venuto da un altro mondo su di una navicella spaziale, diventa un dio sulla terra, ma possiede pure le nostre debolezze umane. Di giorno si traveste da giornalista e lavora per il Daily Planet, indossando un abito blu, una cravatta rossa e degli occhiali da vista neri. Quando accade qualcosa per cui occorre la sua presenza di supereroe, si toglie i vestiti abituali e viene alla luce la sua vera identità. L'abito blu e il mantello rosso rappresentano l'iconografia di questo mito. Naturalmente il suo punto debole non poteva che essere qualcosa di verde, la Kriptonite, che provenendo dal suo pianeta natale, ormai distrutto, gli toglie tutti i poteri e una esposizione protratta lo può perfino uccidere. La morte è già avvenuta da tempo e naturalmente come tutti gli dei non poteva che risorgere. I colori delle vesti non sono mai scelti per caso. Lo studio dei colori degli abiti nella storia dell'arte ci ha fatto capire che il blu appartiene alla sfera del cielo, degli angeli, dell'anima, mentre il rosso alla sfera terrestre delle passioni terrene, infine il giallo al sapere, al pensiero divino. Un essere divino, celeste che indossa un manto rosso terrestre. Non è la prima volta che lo incontriamo.



Monday 9 November 2015

ZEUS'S DRESS



Alessia Delvecchio "Zeus's dress"
computer art, print on gatorfoam, 100x100 cm, 2015

La civiltà greca apre un periodo di floridità da un punto di vista anche artistico in cui si rappresenta la bellezza fisica in un canone ideale che rompe con le civiltà del passato. Il volume e le figure plastiche dei nudi maschili, i panneggi ricercati accolgono la nuova concezione razionale di un uomo più terreno, più "pesante" e volumetrico. A seconda del periodo storico gli uomini indossavano una tunica di linea rigida con prevalenza di motivi verticali come la colonna di stile dorico, oppure più ampie e drappeggiate in quello ionico, in lana, a pieghe fisse, chiamata chitone. Sopra la veste portavano un mantello l'imation, oppure corte tuniche o mantelli pieghettati. Nel periodo corinzio la linea si fa morbida e drappeggiata e i tessuti diventano in seta importata dall'oriente, con tinte suggestive. Le donne hanno vesti lunghe e aderenti in lana spessa con due fibule agganciate sulle spalle che risvoltando due lembi di tessuto formavano un corto giubbetto l'apoptygma. In epoca ionica le vediamo con vesti più ampie aperte da un lato come nel peplo. Il bianco acquista importanza ravvivato da strisce colorate. Decorati con rosette, stellette e i motivi geometrici detti a greche. I gioielli erano raffinati, si indossavano collane a fili d'oro, orecchini, bracciali, diademi, fibule. I capelli erano disposti con molta cura, raccolti con spilloni, coroncine, reticelle, sulla nuca o sul capo. Ai piedi si portavano calzature raffinate come i crépide.



Tuesday 6 October 2015

DUGHDOVA'S DRESS



Alessia Delvecchio "Dughdova's dress"
computer art, print on gatorfoam, 100x100 cm, 2015
 
La civiltà persiana assimilò e fuse i caratteri delle varie culture orientali dando alle arti figurative un'impronta assiro-babilonese le cui linee nette e geometriche si ispirano alla natura ma l'assenza di volume e dimensione sintetizzano un rigido ritmo decorativo. Uomini e animali compongono raffinate forme geometriche in cui la simmetria fa da padrona nel gioco di specchi che popola la fantasia e il pensiero di una civiltà dedita alla contemplazione e alla riflessione filosofica. L'abbigliamento femminile e maschile non si differenzia, predomina la linea sciolta con eleganti panneggi. La kandis era una sopravveste di lana cucita e modellata con drappeggi simmetrici e maniche ampie a saio. Le anaxyrides erano le brache simili a calze portate dai guerrieri sotto la tunica. Il capo era coperto con tiare di forma tronco conica, arcuate verso l'alto. I cappelli erano portati a calotta contornati da alti cordoni intrecciati a spirale. I berretti erano a forma di cappuccio. Ai piedi si portavano delle babucce di cuoio morbido. Le barbe e i capelli erano molto curati, arricciati alla moda mesopotamica. I monili erano d'oro e venivano adoperati con sobrietà.
 


Saturday 5 September 2015

TAMMUZ'S DRESS



Alessia Delvecchio "Tammuz's dress"
computer art, print on gatorfoam, 100x100 cm, 2015
 
Le raffigurazioni pittoriche della civiltà babilonese riprendono la struttura lineare della civiltà sumera nelle linee geometriche ampliandone il decorativismo che le avvicina all'arte egizia simile nella disposizione dei corpi umani. Si adoperavano colori vivaci a campiture piatte che andavano dal giallo, alle tinte dell'ocra, della terra, del cotto, al rosso, agli azzurri e blu oltre al bianco e al nero.
L'abito femminile e maschile sono simili, con la stessa linea geometrica conica. La tunica di linea rigida chiamata kandis era portata lunga dai dignitari e dalle donne, mentre si accorciava per i guerrieri. Sopra la tunica si portava un ampio scialle in lana frangiato a guisa di mantello detto kaunace. I copricapi erano a tronco di cono con puntale per i sacerdoti chiamato kirbase. Il re e la regina portavano delle corone. Ai piedi indossavano dei calzari in cuoio con copritallone e chiusura a passante o a stringhe detti persiche. I capelli, i baffi, e la barba erano finti, fatti di lana arricciata e intessuti con fili d'oro. Indossavano orecchini, bracciali, collane, e preziosi copricapi. I tessuti erano molto decorati con forme geometriche e applicazioni con elementi naturali.